Le “18 armi”(Shiba Wuqi)[1]
ovvero
Le "18 tipologie dell'abilità marziale"(Shibaban Wuyi)[2]
Il termine classico “18 armi”
non indica il numero reale delle armi del Wushu (che sono in pratica molto più
numerose) bensì fa riferimento all'insieme di tutte le armi ed all'abilità
specifica nell'uso di ognuna di esse; infatti il termine "18 armi" è la
contrazione di un modo di dire molto diffuso nella cultura cinese: "conoscere
l'essenza di tutte le tipologie dell'abilità marziale" ( "Shibaban Wuyi Yangyang
Jingtong")[3]
che viene utilizzato anche al di fuori del contesto delle arti marziali
riferendosi a qualcuno che è in grado di fare qualsiasi cosa; è chiaro il
riferimento a quegli autorevoli praticanti di Wushu che con la loro esperienza
hanno maturato la capacità di maneggiare con raffinata maestria ogni tipo di
arma.
Gli scritti più antichi nei quali si fa menzione a tale espressione, risalgono
alla dinastia dei Song Meridionali (1127-1279), più precisamente nell'opera "Cuiwei
Nanzheng Lu" ("Memorie della campagna militare a sud di Cuiwei")[4].
In questo testo si trova un capoverso che recita: "l'arco è la prima tra tutte
le trentasei armi usate dall'esercito e la prima delle 18 abilità nel
combattimento". Quest'opera fu scritta da Hua Yue[5]
, il quale superò l'esame delle gerarchie militari ottenendo il grado più alto
durante il regno dell'imperatore Ningzong (circa nell'anno 1215).
Nel repertorio dell'Opera Teatrale del Sud, esiste un dramma popolare intitolato
"Zhang xie zhuang yuan" ("Zhang aiuta il numero uno")[6],
che risale agli ultimi anni della dinastia Song e che cita le "18
abilità" senza fornirne un elenco.
In epoca successiva, durante la dominazione mongola della Cina (dinastia Yuan,
1279 circa-1368) fu composto il romanzo licenzioso intitolato “Chengfongliu Wang
Huan Baihuating” ("Il letterato Wang dà libero sfogo alla dissolutezza e brilla
sul padiglione dei 100 fiori")[7],
dove, tra le altre cose, si fornisce il seguente elenco delle 18 abilità anche
se il numero non corrisponde: l'arco (gong), la balestra (nu), la lancia (qiang),
lo scudo (pai), l'ascia a forma di croce (ge), la picca (mao), la spada ( jian),
l'alabarda (ji), la frusta (bian), la catena (lian), il coltello con il lungo
manico (tang), il martello (chui).
Un altro elenco delle abilità veramente corrispondente a 18 e probabilmente più
affidabile, ci viene tramandato nel famoso romanzo epico "Shui hu zhuan" o "Shui
hu chuan" ("Storia tramandata sulle rive dell'acqua")[8]
, che racconta le intricate vicende di
una banda composta da 108 briganti, esperti nelle arti marziali ed apertamente
in rivolta contro il potere imperiale: la picca (mao), il martello (chui),
l'arco (gong), la balestra (nu), un arma da fuoco (chong), la frusta (bian), la
spada senza taglio (jian), la spada (jian), la catena (lian), l'artiglio dalla
lunga impugnatura (zhua), l'ascia da guerra (fu), la scure d'arme (yue), l'ascia
a forma di croce ( ge), l'alabarda(ji), lo scudo (pai), il randello (bang), la
lancia (qiang) ed il rastrello (pa).
Durante l'anno Wanli del regno di Shenzong (è un anno dell'epoca della dinastia
Ming, cioè del periodo tra il 1368 ed il 1644), un certo Zhu Guozhen[9]
, scrisse il "Breve saggio letterario
sulle origini di Tong" ("Yongtong xiaopin")[10]
; è interessante notare come nel capitolo dedicato alle armi, compare un elenco
di 18 abilità marziali, di cui diciassette sono riferite all'utilizzo delle
seguenti armi: (1) l'arco (gong); (2) la balestra (nu); (3)la lancia (qiang);
(4) la sciabola (dao); (5)la spada (jian); (6)la picca (mao); (7)lo scudo (dun);
(8) l'ascia da guerra (fu); (9)la scure d'arme (yue); (10)l'alabarda (ji);
(11)la frusta (bian); (12) un'arma dell'artiglieria utilizzata nelle guerre
antiche (lin); (13)l'artiglio dalla lunga impugnatura (zhua); (14)il bastone a
dodici chi (shu); (15)la forca (cha); (16)la zappa (ba tou); (17)le briglie di
corda di cotone (miansheng taosuo); la diciottesima abilità non è dedicata ad
un'arma bensì al "Baida"[11]
che viene tradotto come combattimento senza armi. La presenza di questo termine
è senz'altro un fatto curioso, ma è chiarificatrice del fatto che più che di
armi, si intende parlare di abilità marziali. Lo stesso generale Qi Jiguang[12]
nel libro "Nuovo libro sul lavorare per la disciplina" ("Jixiao Xinshu")[13]
afferma : "sebbene il pugilato non sia un'arte marziale essenziale sul campo di
battaglia, può fortificare il corpo degli studenti, inoltre le abilità di
pugilato possono essere applicate mentre si usano le armi in genere; perciò
imparare il pugilato è l'inizio dello studio delle arti militari". Il Baida è
quindi considerato un apprendimento basilare per arrivare ad essere preparati
all'utilizzo delle svariate armi militari, ed altri autorevoli maestri
dell'epoca Ming e Qing sono della stessa opinione. Precisiamo che, oltre a
quelli citati, esistono almeno altri cinque o sei elenchi differenti relativi
alle 18 armi-abilità, redatti durante le dinastie Yuan, Ming e Qing, cioè dal
1279 circa al 1912. Anche questi elenchi non concordano tra loro circa la
nomenclatura delle armi.
Dopo questa rapida carrellata sui testi storici , risulta evidente che non
esiste (e probabilmente non è mai esistita) un elencazione chiara ed univoca di
queste famose "18 armi del Wushu", tanto più che anche nelle pubblicazioni
contemporanee è difficile trovare un accordo in merito; viceversa se riunissimo
in unico elenco tutte le armi citate nei testi antichi e moderni, sicuramente il
loro numero oscillerebbe tra le 50 e le 60 specie diverse.
Quanto detto spiega e dimostra le motivazioni per cui il termine "18 armi" non
possiede un effettivo valore numerico, bensì deve essere letto con un
significato generico. Inoltre possiamo affermare che "18 armi" e "18 abilità
marziali" sono termini usati come sinonimi.
[3]
Shibaban Wuyi Yangyang Jingtong
十八般武藝樣樣精通
[4]
Cuiwei Nanzheng Lu 翠微南征錄
"Cuiwei" è un termine letterario cinese
traducibile come "luogo appartato ed ombroso, sopra una verde collina"
Forse c'è un collegamento con il termine Lulin, bosco verde, che è
parte di un modo di dire che corrisponde più o meno al nostro "darsi
alla macchia". Chi si nascondeva sulle colline dei boschi verdi era uno
che si dava al banditismo. "Lulinhaohan" viene tradotto con "eroi della
macchia". Durante la ribellione delle Sopracciglia Rosse (11 d.C.
circa) un'altro gruppo, capeggiato da persone che appartenevano alla
famiglia imperiale Han, si chiamava Lulinjun (esercito del Bosco Verde),
che per alcuni fa riferimento alla località dove questo gruppo aveva la
propria base.
[6]
“Zhang Xie Zhuangyuan”
張協狀元
("Zhuang yuan" cioè alla
lettera "il numero uno", un titolo onorifico che veniva attribuito a
colui che raggiungeva il primo posto nei più importanti esami imperiali
per le cariche amministrative)
[7]
“Chengfongliu Wang Huan Baihuating”
逞風
流王煥百花亭
("Baihuating", ovvero
"Padiglione dei 100 fiori" era un termine gergale per indicare le "case
di piacere" nella Cina antica)
[8]
“Shui Hu Zhuan”
水滸傳
( il logogramma
傳 può essere letto con due
pronunce: "Zhuan", traducibile come "racconto scritto in stile
pseudo-storico", e "Chuan" che significa "trasmettere, far circolare
qualcosa, propagare notizie")
[10]
“Yongtong Xiaopin”
涌潼小品 (潼
"Tong" è un distretto
della provincia dello Shaanxi)
[11]
: Baida
白打
(alla lettera
"combattimento pulito") esso comprende il Quanshu ( arte del pugilato)
ed il Guanjiao (la lotta). Il poeta Wang Jian
王建
, vissuto in epoca Tang
(618-907 d.C.) utilizza questo termine all'interno di un poema, in cui
descrive l'usanza da parte dei governanti dell'epoca di invitare i
maestri di arti marziali ad una dimostrazione delle loro abilità nel
festival Hanshi
寒食. Un libro degli esordi
della dinastia Qing, il "Minxiaoji"
閩小記 ("Piccole memorie di Min",dove
Min
閩 è un'altro
nome della provincia del Fujian), scritto da Zhou Lianggong
周亮工, afferma che Baida è il
nome utilizzato anticamente per Shoubo手搏
(alla lettera "abilità
nel vincere"), termine questo ultimo in uso nel periodo di
pubblicazione del libro. Anche per questo testo il "combattimento senza
armi" è la voce finale delle 18 armi.
[12]Qi
Jiguang
戚繼光
(1518-1587) Generale al
servizio dell'imperatore Shen Zong durante la dinastia Ming. Egli
diresse la campagna contro i pirati giapponesi che minacciavano il
territorio cinese con continue scorrerie.
[13]
"Jixiao Xinshu"
紀效新書
trattato sulla strategia militare in cui vengono elencati numerosi
stili di Wushu della sua epoca e che descrive numerose abilità di
combattimento armato e a mano nuda.
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